Vieni a me, G20 Vladimir Putin ha anticipato il G20 di San Pietroburgo con un’intervista all’Associated Press in cui dice che la Russia “non esclude” un intervento in Siria. A Mosca non si parla di una apertura verso il presidente americano, Barack Obama, che aspetta il voto del Congresso per stabilire i limiti dell’azione militare: il tono è più disteso, ma la posizione della Russia non cambia. “Dal nostro punto di vista è assurdo che le Forze armate siriane abbiano usato le armi chimiche contro i loro nemici – ha detto il capo del Cremlino – Se le prove esistono, allora devono essere portate al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Cingolani Fra renitenti allo strike e Fed in ritirata, Obama osservato speciale al G20 Luigi De Biase 05 SET 2013
Il nuovo Gromyko Sergei Lavrov è più elegante degli altri colleghi che stanno al Cremlino. D’accordo, i capelli sono grigi, ma l’andatura è composta, il corpo è asciutto e poche rughe gli attraversano la fronte. Raramente sorride in pubblico, ed è ancora più raro che lo faccia senza sarcasmo. Chi lo conosce dice che non è cambiato molto dal 2004, l’anno in cui Vladimir Putin lo ha scelto come ministro degli Esteri, con la sola differenza che oggi Lavrov è una specie di star della politica internazionale: il suo nome si trova ogni giorno sui quotidiani di mezzo mondo – qualcuno dovrebbe chiedersi se la Russia ha ancora un premier – dopotutto è lui che tiene sulla scrivania i dossier decisivi, come quello sulla Siria. Cau Britannia ruled the world Luigi De Biase 02 SET 2013
Barack chi? Probabilmente i consiglieri di Putin sono arrivati alla solita conclusione, e poco importa che Barack Obama abbia alle spalle un curriculum di studi da primo della classe fra Columbia College e Università di Harvard, che sia arrivato alla Casa Bianca con la fama di quello davvero intelligente, e che la stampa di mezzo mondo ne parli con ardore da libro di storia. La conclusione dei consiglieri di Putin deve essere questa: in fin dei conti anche Obama è un americano, e per “americano” si intende “idiota americano”. Non sarà uno di quelli come George W. Bush – dopotutto il nuovo capo ha ben poco a che fare con i cowboy, il petrolio e l’epopea del Texas – ma le differenze sono soltanto un particolare, riguardano il contesto, non certo la sostanza. Luigi De Biase 19 AGO 2013
Il cristianesimo tiene la Russia unita, dice il cesaropapista Putin Se la Russia è diventata una grande potenza non è per uno zar, per una guerra o per un partito politico: il merito, semmai, è del cristianesimo. Queste sono le parole pronunciate dal capo del Cremlino, Vladimir Putin, lo scorso fine settimana, quando è volato a Kiev per i 1.025 anni dalla conversione del popolo russo. Fu proprio da quella città che gli inviati di Volodimir il Grande partirono cercando una fede per il regno, e le cronache di san Nestore raccontano il loro viaggio fra chiese e minareti. Luigi De Biase 02 AGO 2013
Putin ha un’idea sui ceceni di Boston e una priorità con Obama Mosca. Chi c’è dietro i fratelli Tsarnaev, i due giovani che hanno piazzato le bombe alla maratona di Boston e hanno costretto l’Fbi alla lunga caccia all’uomo terminata venerdì notte? Secondo Andrei Soldatov, un esperto russo di sicurezza e di servizi segreti, Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev sono terroristi e sono ceceni, ma non sono “terroristi ceceni”: i loro complici, ammesso che ci siano, vanno cercati negli Stati Uniti, sul luogo della strage, anziché nei villaggi del Caucaso. “Il fatto è che i due Tsarnaev non hanno il profilo del terrorista ceceno – dice Soldatov durante una conversazione con il Foglio avvenuta a Mosca – La loro storia ha ben poco a che vedere con i ribelli che vivono sulle montagne del Caucaso, o con i giovani che lasciano Grozny per studiare nelle madrasse in Egitto o in Pakistan”. Luigi De Biase 23 APR 2013
I due ragazzi ceceni che hanno messo le bombe a Boston La strage di Boston è cominciata in Cecenia, ma non è la Cecenia della lotta fra i ribelli islamici e i soldati russi, non è un colpo fuoricampo dei terroristi che combattono contro Vladimir Putin e non è neppure il Caucaso di Beslan. E’ una Cecenia da periferia americana, somiglia più a una storia di profughi che di guerra santa, di terroristi fai da te arruolati per una battaglia che non esiste. Giovedì pomeriggio la polizia americana ha annunciato i nomi dei due sospetti principali per le bombe alla maratona di Boston: due fratelli d’origine cecena, Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev, che vivono negli Stati Uniti da una decina d’anni. Luigi De Biase 20 APR 2013
Maggie “la polonaise”. I thatcheriani d’Europa sono a Varsavia Nell’inverno del 1988 i cantieri Lenin di Danzica erano quanto di più grandioso si potesse chiedere all’internazionale operaia. C’erano ventimila uomini al lavoro senza riposo per costruire la flotta dell’Unione sovietica, navi d’assalto per la Bulgaria e sottomarini per la Germania orientale, c’erano gru, carrelli, ciminiere e luci accese per tutta la notte, ogni notte dell’anno: sarebbe stata una scena perfetta persino per un video dei Pink Floyd. Ma quelli erano anche tempi difficili in Polonia, la crisi aveva spinto il governo ad annunciare la chiusura dei cantieri e Solidarnosc sfidava l’esercito di fronte ai cancelli e nelle strade di Nova Huta, il quartiere in cui viveva la maggior parte degli operai. Peduzzi Iron lady, sexy lady - Mancuso Maggie e la laundrette Luigi De Biase 10 APR 2013
Gli zar di Limassol A Limassol, nella parte meridionale di Cipro, i russi sono così tanti che hanno scelto un soprannome per i quartieri del centro: li chiamano “Limassolgrad”, magari è un po’ triviale ma rende l’idea. In città c’è un grande parco con la statua del poeta Pushkin, c’è un giornale russo che si chiama Vestnik Kipra e naturalmente ci sono locali come il celebre Zygos, quel genere di club che non resta mai a corto di ghiaccio e di nuove ballerine (la pubblicità sui biglietti da visita dice: ideale per scapoli e uomini d’affari). Leggi Per “salvare” Cipro l’Europa fa tremare i mercati internazionali di Marco Valerio Lo Prete Luigi De Biase 19 MAR 2013
Alieni contro il satellite Nato Forse neppure Grillo s’aspettava che finisse così, perché avere un sindaco al comune di Parma è un evento, passare il venti per cento alle elezioni politiche sembra un risultato storico, ma mettere in crisi i rapporti fra l’Italia, gli Stati Uniti e la Nato è decisamente un altro affare. Eppure è quel che accade in questi giorni a Niscemi, dove la giunta della regione siciliana sta bloccando la costruzione di una base radar americana che aveva già ricevuto il via libera da commissioni di tecnici e dal governo di Roma. Luigi De Biase 02 MAR 2013
Arrestare un romanzo Dentro alla pozza di quel gran “porco” di Limonov L’ultima avventura dello scrittore, 69 anni, finito in carcere la notte di Capodanno durante una protesta contro il Cremlino Luigi De Biase 03 GEN 2013